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Da Monteriggioni a Siena

Mercoledì 15 agosto 2012

Tappa IV – Da Monteriggioni a Siena

Lunghezza: 15,3 km (secondo la questura), 25,3 km (secondo il nostro podometro)

Difficoltà: ●○○ (secondo Tita Piaz – ora pro nobis)

Ci svegliamo alle 6 dopo un sonno senza sogni; troppo stanchi anche per quelli.

Dopo una colazione abbondante prepariamo gli zaini e scendiamo nel cortile dell’ospitale dove i ragazzi della confraternita hanno organizzato una piccola cerimonia di saluto e augurio di buon cammino. Ad ognuno di noi viene consegnato un bigliettino con una frase:

Sono ore difficili da raccontare… le sensazioni d’allegria, euforia, spiritualità, ammirazione, ricchezza di sentimenti animano d’un tratto la nostra mente, il nostro cuore, mentre chiede spazio anche la grandissima soddisfazione di avercela fatta e rimane vivo il desiderio di ricominciare il viaggio.”

Via! La giornata è splendida, il cielo terso promette anche oggi caldo fotonico e colori straordinari.

Paolo ready to walkAttraversiamo alcuni campi e l’ukulele risuona nel silenzio del mattino.

Ospitale Abbadia IsolaOspitale Abbadia IsolaPaolo playingCampi arsiJohnTre ragazzi immaginariArriviamo a Monteriggioni dopo un bello strappo in salita di un paio di km. Siamo già zuppi di sudore.

MonteriggioniMonteriggioni alle 8 del mattino è deserta, suggestivo d’accordo, ma qui contavamo di comprarci del cibo per il pranzo. Nada de nada. Tutto chiuso!

MonteriggioniNel pozzo!EXITProseguiamo su una strada bianca carrozzabile verso Cerbaia fino ad un punto non meglio precisato in cui la nostra guida recita: “fare attenzione all’incrocio contraddistinto da tre grosse querce: qui bisogna deviare a destra su evidente strada sterrata che scende e sale arrivando a una grossa casa colonica”

Ora mi chiedo: ma pure botanici adesso dobbiamo essere?!? Ok le querce sono quelle grandi che si disegnano da bambini nei classici disegni con casa, albero a fianco, sole che ride e cielo sottoforma di riga azzurra nella parte alta del foglio però è veramente difficile!

In più stamattina ad Abbadia Isola ci hanno parlato di una scorciatoia che passava a fianco di un prato usato anche per atterraggi di piccoli aerei (mai visto niente del genere)… boh!

On the wayCiube & JohnThe bridgeOn the wayOn the wayDove si va da qui?On the roadAriditàLa madonna ci guidaPaolo and JohnCiube mapsProvando a seguire il nostro fiuto, le indicazioni della guida e quelle degli amici ci siamo persi! Proviamo ad orientarci con i cellulari e google maps ma c’è pochissimo segnale e non funzionano. Proviamo ad osservare la posizione del sole ma con il solo risultato di accecarci. Insomma, decidiamo di affidarci al fattore “culo” e per una volta siamo premiati (o almeno crediamo di esserlo): dopo un paio di km sbuchiamo infatti su una strada asfaltata che ci prospetta un bivio: a sinistra cartello blu stile automobilistico con scritto Siena – 7km a destra cartello biancorosso stile via Francigena con scritto “Via Francigena”.

Non ci pensiamo due volte e imbocchiamo a sinistra la cara vecchia Cassia sull’asfalto rovente all’una del pomeriggio. Non abbiamo ancora toccato cibo se non una mela dimenticata nel fondo dello zaino che abbiamo diviso in tre. Il calore ci brucia la pelle, ma almeno dovremmo aver scelto la strada più breve. Peccato sia tutta in salita!

Attraversiamo rotatorie e incroci fino ad arrivare alla periferia della città. Il podometro segna già 20 km effettuati quando la guida per oggi ne indicava 15,3! Non è tanto il “15” che ti fa incazzare ma il “,3”!!!! Da dove l’avranno calcolato con questa precisione?!?

RotatroieAbbiamo ormai il deserto in bocca quando in fondo alla strada ci sembra di vedere una strana struttura in mezzo ad un piazzale… ‘hun sarà miha un fontanello?!?!? SI!!!!!! Percorriamo la distanza che ci divide da esso letteralmente di corsa. Posiamo gli zaini e iniziamo ansimanti la procedura di reidratazione. Questo fontanello ci ha salvato la vita. Ne approfittiamo per starcene un po’ seduti all’ombra a riposare. Abbiamo fame ma di un bar neanche l’ombra.

Big hugJohn sfinitoChiediamo ad un passante quanto mancasse al centro della città: “mah saranno scirca scinque kilometrii”. Esticazzi! Previsione kilometraggio totale di oggi: quasi 26 km quindi! Grazie Monica Datti… Datti “Foho”! Con nostro rammarico decidiamo di ripartire per percorrere gli ultimi km verso Siena. Verso le 15:30 arriviamo innanzi alla Porta Camollia che ci accoglie con il suo:

“Cor magis tibi Sena pandit” che tradotto significa: “Siena ti apre un cuore più grande [della porta che stai attraversando]”.

Speriamo! Ma attualmente la cosa più grande che abbiamo aperta non è di certo il nostro cuore ma il buco dello stomaco che reclama delle calorie! Un kebab potrebbe essere un ottimo spuntino, così giusto per iniziare.

Lo sbraniamo.

Ciube lionCharlie SheenPorta Camollia

Attraversando la Porta Camollia entriamo nella Contrada Sovrana dell’Istrice, e farlo alla vigilia del mitico palio non è una cosa da farsi con leggerezza. La contrada è un brulicare di preparativi per la grande cena di stasera a cui partecipano tutti i contradaioli. Centinaia di sedie e tavoli pronti ad essere imbanditi con prelibati cibi e vini toscani. Bava alla bocca.

Contrada Sovrana dell'IstriceIstriceSgomitiamo a forza con i nostri zaini tra folle di turisti e capannelli di contradaioli che già festeggiano e cantano come se avessero vinto il palio. Si respira un’atmosfera che è difficile da descrivere. Un’atmosfera di trepidazione in attesa di un evento di pochi minuti che condizionerà la vita e gli equilibri della città fino al palio dell’anno successivo. Una tradizione che si perpetua da epoca medievale che mescola elementi religiosi, pagani e massonici.

ContradaioliCi accorgiamo del passaggio da una contrada all’altra per il cambio di colore dei fazzoletti appesi alle finestre… La maggior parte dei canti di incitamento ed esaltazione per la propria Contrada o di scherno per l’avversaria sono infatti costruiti sulla medesima melodia che deriva dal noto canto della Verbena che, al di fuori del Palio, accomuna i Senesi nell’orgoglio di appartenenza alla città, quasi una sorta di Inno nazionale.

Le parole sono queste:

Nella Piazza del Campo / Ci nasce la Verbena
Viva la nostra Siena / Viva la nostra… SIENA!
Nella Piazza del Campo / Ci nasce la Verbena
Viva la nostra Siena / La più bella delle città!!!

Melodia che a noi tre pellegrini amanti della pallacanestro suona piuttosto familiare in quanto viene intonata dai tifosi prima di ogni partita della Mens Sana – B R I V I D I

Noi dobbiamo raggiungere la comunità di Suor Ginetta, per questo dobbiamo attraversare la città e quindi passare a fianco di piazza del Campo, splendida come sempre, ma in versione Palio ci fa venire ancora di più un tuffo al cuore.

Piazza del campo Piazza del campo Piazza del campo

Raggiungiamo la comunità di suor Ginetta completamente dilaniati dalla stanchezza. Anche oggi abbiamo camminato per 26 km.

Piaghe di JohnDopo la doccia e l’ormai consueto esame delle nostre vesciche e ferite che stanno iniziando ad assomigliare sempre più a delle piaghe siamo già pronti ad uscire di nuovo! Nell’aria c’è un’adrenalina incredibile, vogliamo fare parte anche noi di questo momento che sta vivendo la città.

Sulle scale incrociamo suor Ginetta, con la quale scambiamo quattro chiacchiere. Questa comunità è il punto di riferimento dei poveri e i senzatetto di Siena che qui sanno di poter rimediare quasi sempre qualcosa da mettere sotto i denti. Le chiediamo, da senese, come vive questi giorni del Palio e a questo punto è costretta anche lei a mettere da parte “l’abito” per indossare il fazzoletto della contradaiola più spietata e agguerrita.

La comunità si trova nella contrada del Montone che non vince il Palio dell’Assunta da ben 22 anni. La leggenda vuole che questo sia dovuto ad un episodio accaduto proprio 22 anni fa: una bestemmia pronunciata proprio sotto la finestra del convento in cui viveva una vecchia suora che sentita l’imprecazione lanciò una specie di maledizione alla contrada che da quel giorno non vince più il palio. Questa sera suor Ginetta è stata invitata alla cena di contrada proprio per riconciliare il Montone e la buona sorte affinchè la maledizione cessi una volta per tutte.

Basterà? Di certo noi è da giorni che diamo il nostro modesto contributo di blasfemia camminando però non abbiamo mai fatto preferenze per l’una o per l’altra contrada! Vedremo…

Ripercorriamo a ritroso le vie del centro; le contrade si stanno tutte avvicinando agli ingressi di piazza del Campo per partecipare alla grande prova generale. Non possiamo mancare anche se “i foresti” non sono molto ben visti in città in questi giorni. Ci imbuchiamo quindi tra i primi contradaioli che ci capitano a tiro e facciamo il nostro ingresso in piazza con la contrada del Leocorno tra urla e canti.

Ci siamo: siamo nel cuore della conchiglia che a poco a poco trabocca di gente! L’emozione sale quando i vigili urbani chiudono tutti gli ingressi alla piazza e i fantini fanno il loro ingresso.

Palio TEENTorre del MangiaPiazza pienaPiazza del CampoYeah

Due giri al piccolo trotto e poi inizia la vera schermaglia con i cavalli lanciati “abbestia” come dicono qui. Il rumore degli zoccoli sovrasta le urla della gente assiepata nella piazza e fa vibrare il diaframma. Cosa succederà domani se questa era solo la prova generale?

Ciube John Paolo Trova una donna!

Meglio mangiarci su visto che di cibo oggi ne abbiamo ingurgitato ben poco. Una volta aperto il recinto centrale usciamo a calpestare il terriccio sul quale corrono i cavalli e ci dirigiamo verso un ristorante consigliatoci da suor Ginetta in cui ci nutriamo abbondantemente.

Notiamo tra l’altro che un po’ in ordine sparso arrivano tutti gli ospiti della comunità, tra cui Fabrizio e Maria, la coppia di Roma con cui è nata ormai l’amicizia. Suor Ginetta ha dato lo stesso consiglio a tutti! Ma a ragione visto che mangiamo proprio bene.

Di nuovo rotoliamo fino alla porta della nostra camerata e con le ultime forze residue ci sdraiamo in branda. La voglia di fermarci qui a Siena un altro giorno è tanta ma altro cammino ci attende. Domani si va a Ponte D’Arbia. La guida segna 26 km… Considerando i soliti margini di errore mi sa che sarà una tappa molto molto molto lunga.

Mejo non pensarghe.

Buonanotte popolo.

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Da San Gimignano a Monteriggioni

Martedì 14 agosto 2012

Tappa III – Da San Gimignano a Monteriggioni

Lunghezza: 24,8 km (secondo la questura), 24,5 km (secondo il nostro podometro)

Difficoltà: ●●○ (secondo Athol Whimp – ora pro nobis)

La tremenda sveglia suona alle 6:00.

Dopo i saluti e le prime imprecazioni di rito, riallestiamo i nostri zaini e ci fiondiamo in refettorio per la consueta colazione dei campioni.

Qui ci accolgono nell’ordine:

  • la sorella padovana già arrivata a quota 634.000 parole pronunciate nella giornata al netto delle lodi mattutine
  • l’amico napoletano che affranto ci confida che non ce la fa più e che se ne sarebbe rimasto tranquillo a San Gimignano per un paio di giorni, cercando di recuperare le forze (con una certa arroganza pensiamo: eheheh bravo! Hai visto… chi va piano…)
  • le due cicliste di Pavia… ormai date per disperse, i parenti già le stavano piangendo, spuntano così all’improvviso e ci fanno tirare un sospiro di sollievo
  • una coppia di Roma, Fabrizio e Maria che, partiti il giorno prima da Gambassi Terme vogliono tornare a casa a piedi.

Alle 7:00 ci guadagnamo l’ennesimo timbro sulla credenziale e usciamo fuori dal convento immergendoci in una San Gimignano quasi completamente deserta.

San Gimignano ore 7:00Sembra incredibile attraversarla nel silenzio, abituati a vederla strapiena di turisti vocianti.

Un momento davvero suggestivo che difficilmente saremmo riusciti a gustare in occasione di una visita “normale” della città. Questa è una delle ricompense della fatica fatta in questi giorni.

Usciti da San Gimignano proseguiamo per diversi km sulla strada asfaltata in direzione Colle Val d’Elsa, lasciando sulla sx il paesino di Santa Lucia.

Sempre avanti!Poi finalmente seguendo le indicazioni della guida imbocchiamo un sentiero sterrato. Davanti a noi si apre una valletta interamente coltivata a vigneti. Ben presto e con nostra immensa gioia scopriamo che il sentiero si inerpica sul versante più ripido del vigneto. Complice il sole a picco e la temperatura sahariana arriviamo in cima al versante completamente sfigurati. Siamo costretti a fermarci per prender fiato e bere dell’acqua. Da qui ammiriamo il maledetto vigneto dall’alto e più in là, distante circa una decina di km in linea d’aria, San Gimignano.

Il fottuto vigneto 1 Il fottuto vigneto 2Ripresa una parvenza di sembianza umana ci rimettiamo in cammino, dapprima di nuovo su sterrato, più avanti, in avvicinamento a Colle Val d’Elsa, sulla SP68, con tanto di autotreni che sfrecciano a 10 cm dai nostri zaini.

Verso le 13 però una visione ci rinfranca: un parchetto all’ombra, con tanto di panchine e uno strano box nel mezzo davanti al quale si staglia una discreta fila di persone dotate di bottiglie e taniche vuote di varie misure.

Crediamo per un attimo si tratti di un miraggio, la classica oasi nel deserto. Invece no è reale.

Ci accamperemo qui per il pranzo e una meritata siesta.

Posiamo gli zaini e incuriositi cerchiamo di capire che cosa offre di così interessante quel baracchino nel bel mezzo del parco; un gentile signore dalla “C aspirata” ci racconta la storia di questi “fontanelli” come vengono chiamati da tutti. Sono dei distributori d’acqua d’alta qualità nati grazie ad un progetto della Regione Toscana che ha come obbiettivo quello di favorire l’utilizzo dell’acqua dell’acquedotto anche per bere. Queste “case dell’acqua” erogano gratuitamente, in aree pubbliche, acqua particolarmente gradevole dal punto di vista organolettico, poiché questi impianti filtrano e sterilizzano l’acqua con raggi ultravioletti.

collevaldelsa_fontanello

Un’idea semplice e allo stesso tempo geniale… Dobbiamo fare qualcosa perchè questi fontanelli si diffondano in tutte le città d’Italia! Oltre al fatto di bere acqua pulita e buona questo sistema concorre alla riduzione della produzione di rifiuti plastici e offre ai cittadini l’opportunità di ridurre le spese dovute al consumo di acqua minerale, sensibilizzando in generale la popolazione sull’importanza della risorsa.

E se noi volessimo l’acqua gasata?!?

‘Uhn c’è probbblema! Esclama trionfante il gentile signore che abbiamo interrogato, ci mostra infatti che a fianco del pulsante ACQUA NATURALE c’è quello con scritto ACQUA FRIZZANTE che può essere spinata al costo irrisorio di 3 cent. al litro!

SUPER!

Consumiamo il nostro rancio e beviamo acqua squisita e soprattutto fredda! Cosa alla quale non eravamo più abituati!

Lasciamo la nostra oasi verso le 14:30, da nord inizia a tirare un vento gelido e il sole è coperto da nuvole minacciose… AH NO! Scusate stavo ancora sognando.

Dicevo, lasciamo la nostra oasi verso le 14:30 sotto un sole assassino proseguendo sull’asfalto fino all’attraversamento del ponte del fiume Elsa, proseguiamo su una ciclabile e poi di nuovo sterrato in salita verso Strove, un borgo medievale interamente conservato (a tratti evidentemente ristrutturato). Davvero suggestivo.

Walking on the sunRear View Mirror

Strove 1Strove 2Strove 3Da Strove scendiamo in direzione Abbadia Isola, piccolo borgo dove dovrebbe trovarsi l’ospitale in cui passeremo la notte. E come per magia, appena imboccata la SP 74, veniamo raggiunti da 2 ragazzi che fanno parte della Confraternita di San Jacopo di Compostela che gestisce l’ospitale. Percorriamo con loro gli ultimi tre km della tappa di oggi, ci facciamo raccontare come viene gestita la struttura e cosa vuol dire far parte di una confraternita di cammino.

Parlare e camminare insieme. Non è da tutti con questo caldo.

Finalmente verso le 16 arriviamo alla fine della tappa di oggi (Monteriggioni e poco distante da qui).

Stiamo bene.

Dolori Sofferenza L'uomo con la camiciaSfattoSaliamo ai nostri alloggi e veniamo accolti dagli altri volontari della confraternita con frutta e acqua fresca… SIamo quasi imbarazzati da quante attenzioni ci vengono rivolte.

Un giorno pellegrino, un giorno ospitaliere,
pellegrini e ospitalieri per sempre

La location è veramente spettacolare, l’opitale è stato ricavato all’interno dell’antica abbazia dei Santi Salvatore e Cirino (1100 circa).

Abbadia IsolaAbbadia Isola 2AbbaziaTempo di doccia e lavaggi di vestiario, siamo stesi sulle nostre comode brande quando uno dei volontari ci avvisa che di lì a poco, prima di cena, avremmo preso parte ad una piccola cerimonia di benvenuto.

Ci guardiamo tra lo sbigottito e l’impaurito, qualcuno impreca – Ecco, lo sapevo che c’era il trucco… adesso ci faranno pregare… –

John larvaUsciamo timorosi e uno dei volontari ci fa sedere in cerchio assieme agli altri ospiti. Ci sono anche Fabrizio e Maria che avevamo conosciuto questa mattina a San Gimignano!

A questo punto fanno il loro ingresso da una porta secondaria alcuni dei volontari vestiti con una mantellina color porpora portante la conchiglia, simbolo del cammino di Santiago. Tutti i pellegrini vengono invitati a porgere un piede nudo al volontario che si china a lavarlo in una bacinella d’acqua e successivamente a baciarlo dopo aver recitato una preghiera di buon cammino per il pellegrino.

Che momento!

Noi pellegrini blasfemi sulla Francigena non possiamo che sentirci indegni di tanta commovente premura nei nostri confronti!

Finita la cerimonia ci sediamo a tavola, ancora un pò sotto shock, con i volontari e gli altri ospiti presenti. La serata scorre via piacevolmente tra presentazioni e racconti di episodi legati al camminare in Italia e in Europa.

L’ultimo colpo di scena arriva verso le 21:30: un gruppo di scout si è perso nella zona di Monteriggioni, verrà recuperato e sistemato alla carlona tra le varie camerate dell’ospitale.

Verso le 22 salutiamo e ringraziamo tutti i volontari, e dopo una rapida lavata di denti sveniamo nei nostri giacigli.

gruppo compattoDomani Siena ci avrà nel giorno della vigilia del Palio.

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