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Nicaragua Nicaraguita

Dia 1 – martedì 4 agosto 2015

E finalmente arrivò il giorno della partenza… Sarà vero? No me par vero!

Sinceramente nessuno di noi avrebbe mai pensato di scegliere il Nicaragua come meta della tanto agognata vacanza estiva, ma quest’anno la scelta era quasi obbligata. Come potevamo lasciarci scappare l’occasione di andare a trovare gli amici – i fratelli – di tante avventure a Vicenza e in giro per il mondo? Fra e Nic in questo momento irripetibile vivono e lavorano a Managua, la capitale del paese centroamericano e quindi… chevvelodicoafare? Si va li punto… e poi il Nicaragua, pochi lo sanno, ma è un paese meraviglioso… #milnovesientosetantaischhh

Io che tifo per il freddo anche d’estate temo un po’ il clima tropicale che ci aspetta anche se giugno e luglio qui da noi mica hanno scherzato. Ma ci siamo. Partiamo. Venezia, aeroporto Marco Polo, siamo io, Lara e Nicola, è martedì 4 agosto. Che la vacanza cominci!

Check-in e “figli di puttana” (gli zaini… leggetevi il diario patagonico per scoprire perchè si chiamano così) imbarcati, attendiamo impazienti il nostro volo passaporto alla mano.

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Venezia → Atlanta → Managua con la compagnia Delta Airlines.

Decolliamo e subito mamma Delta inizia a coccolarci con un sacco di attenzioni: salviettine di caldo vapore ultra delicate per i nostri bei visini e le nostre manine sporche, copertine rosse e primo giro di bibite oltre ad un filmato sulle safety features of the aircraft tutto da vedere.

Il volo fino ad Atlanta durerà più di 9 ore ma davvero abbiamo iniziato bene e proseguito meglio!

Film di prima visione che vien gente anche da fuori a vederli e perfino il trivial pursuit in rete per misurare le proprie conoscenze e seminare astio tra passeggeri e potenziali terroristi/dirottatori connessi al gioco in rete.

Ah tanto per cambiare – go vinto mi –

3-4 sostanziosi pasti dopo arrivammo satolli ad Atlanta, Georgia – USA.

Gli imperialisti non ci avranno, noi vogliamo arrivare in fretta nella terra di Sandino!

Dopo un paio d’ore siamo già imbarcati alla volta di Managua dove atterriamo intorno alle 20:00 (-8 ore rispetto all’orario italiano).

Recuperati tutti i figli di puttana e timbrati i passaporti siamo pronti ad esordire nel Paese.

Si aprono le porte della zona arrivi dell’aeroporto internazionale Augusto C. Sandino ed eccoli lì ad aspettarci… Fra e Nic con l’ormai consueto cartello di Mosconiana memoria “Coso lì, Gaetano”.

Bel momento poter riabbracciare gli amici lontani!

Ma sorrisi e “pel de oca alta così” durano gran poco… esattamente fino al momento in cui si aprono le porte esterne con la scritta EXIT, mettendo così fine all’effetto aria condizionata: il caldo umido ci colpisce come un pugno in faccia alla Ivan Drago, barcolliamo sotto il peso dei nostri zaini, manca il fiato cazzo.

Benvenuti in Nicaragua fiòi ci dice Nic, altro amante del clima caldo-umido.

Per fortuna ci pensa la Bernarda a farci tornare il buonumore ovvero il gippone di Fra, un po’ malandato a dire il vero ma davvero un simpatico Regalo de Dios come scritto sulla parte superiore del parabrezza.

Stracarichiamo la Bernarda e ci infiliamo nelle trafficate e anarchiche vie di Managua. Oltre al caldo infame ci colpiscono il buio (davvero buio per le otto di sera… ma essendo vicini all’equatore le ore di luce e di buio sono pressoché le stesse per tutto l’anno) e la puzza di smog. Fra, che vive qui da 7 anni ci conferma che Managua è una delle città più inquinate del centro America. Bene. Ottimo inizio!

Sarebbe anche ora di cena e decidiamo quindi di fermarci ad assaggiare il primo cibo nicaraguense della vacanza: ordiniamo un po’ di piatti misti per assaggiare più cose possibili: tutto davvero buonissimo e saporito, dalla verdura alla carne. Piatti non complicati ma davvero gustosi.

Ben presto capiamo che gli elementi immancabili della cucina nica sono: l’arroz (RISO) e i mitici frijoles ovvero i FAGIOLI, che rispondono presente all’appello dalla colazione (gallo pinto) allo spuntino di mezzanotte (gallo pinto a mezzanotte).

Spettacolo!

Per gli aspiranti masterchef: http://misrecetasnicas.com/gallopinto-nicaraguense/

La cena vola via tra bottiglie di birra Toña, grasse risate e anticipazioni sul paese che inizieremo a scoprire domani.

Paghiamo il conto – cheap – e ci dirigiamo verso casa di Fra che ci ospiterà nei giorni che trascorreremo in città. Un vero villone che ci ha fatto venire dei dubbi sulla sua reale attività di cooperazione internazionale… ampi spazi e un favoloso giardino esterno con immancabile comodissima amaca.

Finalmente conosciamo di persona Veneto lo splendido e simpatico (molto più del padrone) boxer, vero padrone di casa.

Il momento chillout prosegue con diversi sorsi di rum (altra specialità del Paese) e adesso il clima è davvero piacevole. Si sta davvero bene dopo l’impatto devastante all’uscita dall’aeroporto.

Pian piano le palpebre iniziano a calare dopo 24 ore senza dormire quindi ci sistemiamo tra letti e divano e ben presto piombiamo in un sonno ristoratore.

Sono in Nicaragua, sono in vacanza e sto bene.

Pero ahora que ya sos libre
Nicaragüita
yo te quiero mucho más.

Buona notte.

Jacopo.

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SULLA VIA FRANCIGENA

Giorno 0 – sabato 11 agosto 2012

Vicenza – ore 9:30

E’ il momento di chiudere lo zaino. Ed e’ sempre un gran bel momento… Si parte per un altro viaggio!

Per una serie di circostanze favorevoli si e’ ricreato il gruppo che 12 anni fa si era recato alla biglietteria della stazione FS di Vicenza a chiedere: “Salve, è qui che si comprano i biglietti per l’interrail?!?”

Oggi come allora ripartiamo insieme con tanto entusiasmo e pochi denari a disposizione.

Questa volta percorreremo a piedi il tratto toscano della via Francigena tra San Miniato alto e Radicofani, 7 tappe in tutto con una media di circa 25 km al giorno. “Ma xee ferie queste? Co sto caldo? Secondo mi ve voltè via…” ci han detto tanti… Beh secondo noi si! Andare a piedi e guadagnarsi l’arrivo giorno per giorno fa parte di una filosofia di vacanza “slow” lontana da quelli che sono i ritmi furiosi che durante l’anno siamo costretti a sostenere.

Per fortuna il nostro paese, pur tra mille difetti, è un territorio ricco di luoghi di interesse e perciò è abbastanza facile creare un itinerario che permetta di raggiungerli e sposare attrattive di tipo cultural – storico – culinario – erotico – eno – gastronomico… e chi più ne ha più ne metta!

La Via Francigena che da Canterbury porta a Roma è un itinerario della storia, una via maestra percorsa in epoca medievale da migliaia di pellegrini, in posizione centrale nel traffico delle tre peregrinationes maiores: Roma, Santiago de Compostela e Gerusalemme.

Il pellegrino medievale portava con se le insegne del pellegrinaggio (la conchiglia per Santiago de Compostela, la croce per Gerusalemme, la chiave per San Pietro a Roma); per quel che riguarda noi tre pellegrini blasfemi e ignoranti abbiamo deciso di portare con noi uno zaino con lo stretto indispensabile, una valanga di garze e cerotti di varie misure per le vesciche, scarpe da trekking, un ukulele, la guida alla via Francigena della Monica D’Atti (che a breve verrà ribattezzata “D’atti Foho”) e una insufficiente, drammatica preparazione atletica.

Partiamo quindi in macchina da Vicenza con destinazione San Miniato alto (PI) da dove, domani, partiremo a piedi per la nostra prima tappa e dove lasceremo l’auto che riprenderemo dopo la nostra settimana francigena.

Il viaggio scorre veloce tra mille discorsi e qualche pezzo anni ’90. Arrivati ad Empoli ci accorgiamo che è ora di pranzo perciò ci vediamo costretti all’assumere una succulenta dose di proteine tramite sua maestà “La Fiorentina” in un ristorantino alla buona della zona. Squisita.

Satolli saliamo a San Miniato alto, abbandoniamo l’auto in un parcheggio e la tentazione di lasciare sul parabrezza un cartello con scritto: “sabato 11 agosto 2012 – se tra 8 giorni potete leggere questo cartello fate partire i soccorsi!” è molto molto forte… non lo facciamo. Siamo abbandonati a noi stessi.

Zaini in spalla ci dirigiamo verso l’ufficio turistico di San Miniato, dove potremo ritirare la nostra “Credenziale”, il documento di viaggio che accompagna sempre il pellegrino. Serve ad attestare la sua identità, la suacondizione e le sue intenzioni; serve a distinguere un vero pellegrinoda ogni altro viaggiatore. Essa vienerilasciata a coloro che la richiedono e che si impegnano ad accettarne il senso e lo spirito, a coloro che percorrono le vie di pellegrinaggio a piedi, in bicicletta o a cavallo.

Beh diciamo che nel nostro caso le autorità religiose hanno chiuso un occhio e ci han dato una pacca sulla spalla!

Credenziale alla mano ci dirigiamo verso il Convento di San Francesco dove trascorreremo la notte.

Nessuno di noi sa bene cosa aspettarsi… ci faranno pregare? Saremo costretti a cenare con i monaci in silenzio? Dovremo indossare il cilicio?!? Quando varcheremo la soglia ci crollerà addosso il soffitto?!?

Niente di tutto ciò! Ci accoglie un frate “in borghese” che ci mostra la nostra camera (con bagno privato, molto spaziosa e pulita… super lusso!), ci consegna le chiavi del portone principale e ci dice che possiamo rientrare quando vogliamo.

Ma come?!? E le preghiere? Il cilicio? Niente! OK! Ci vediamo domani alle 7:30 per la colazione… “…vedrai che lì ci faranno pregare…”

Posiamo gli zaini e usciamo di nuovo, missione spesa paniniperdomani alla COOP di San Miniato basso e poi esplorazione della rocca di Federico II di Svevia dalla quale ammiriamo tutta la Valdarno e le colline di Volterra.

Il prato sotto la rocca ispira serenità e relax, fa il suo esordio anche l’ukulele.

Ma è ormai tempo di aperitivo e cena… scendiamo nella piazzetta e ci scoliamo qualche Moretti così, per farci venire l’appetito… perchè ne avevamo proprio bisogno di un po’ di appetito…

Stiamo bene, l’atmosfera è rilassata… nessuno immagina cosa ci aspetterà domani, e che tutte le Moretti sgollate le ripagheremo con gli interessi.

Per la cena addirittura troviamo una festa in cui si cucinano piatti succulenti… anca massa!

Parte addirittura un concertino… la Toscana ci ama!

Dopo una crepe al cioccolato decidiamo che è ora di levare le tende, ma solo dopo un ultimo giro di amari… giusto per non farci mancare nulla.

Lentamente torniamo sui nostri passi verso il convento di San Francesco in cui giaceremo per la notte.

Appuntamento ore 7:30 per colazione e magari LODI MATTUTINE?

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