Archivio mensile:ottobre 2016

Islanda trek

Agosto 2014

Un gruppo di sei persone profondamente diverse tra loro e fino a quel momento sconosciute si trovano ad affrontare uno dei trekking da molti definito tra i più belli e suggestivi al mondo.

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L’itinerario da Landmannalaugar a Skogafoss si articola su un percorso di un centinaio di km ricchi di interesse naturalistico in particolare dal 2010, quando, con l’eruzione del vulcano del ghiacciaio Eyjafjallajökull (che ha messo in ginocchio il traffico aereo di tutta Europa) il paesaggio è diventato ancora più spettacolare.

Si percorrono distese di terreni ricchi di colore, variegati dalla presenza di laghetti termali e fuoriuscite di zolfo, si cammina fianco a fianco a maestose cascate, ci si ritrova sopra ad un ghiacciaio millenario, si prosegue su piane nere percorse da grossi fiumi tumultuosi che si incanalano in enormi spaccature del terreno. Si è costantemente a contatto con la natura più selvaggia, in totale assenza della presenza umana.

Cinque giorni di cammino in completa autonomia con la propria tenda e il cibo necessario; fatica, pioggia battente, vestiti bagnati, freddo (tanto freddo), zaino pesante, mancanza di sonno, pasti frugali, infortuni fisici. Disagi ampiamente ripagati da emozioni difficilmente descrivibili con le parole.

Attraversare questi luoghi a piedi vuol dire instaurare un rapporto d’amore e odio con una natura che è prepotente, una natura che da un lato regala paesaggi incontaminati e dall’altro ti scarica addosso 10 ore di pioggia ininterrotta.

Proprio la condivisione di questi momenti di cammino ha forgiato un’amicizia tra queste sei persone che dura ancora oggi, a quasi tre anni dal ritorno a casa.

Sólo el amor, el ignorante amor, Islandia.

Jorge Luis Borges, A Islandia

IL TREKKING in dettaglio:

1ª tappa – Landmannalaugar – Sboribver

Dalla località di partenza si seguono le indicazioni per Porsmork. Superata una serie di rilievi ricchi di pozze di acqua calda, si giunge, dopo 4 o 5 nevai, al primo rifugio incustodito, sulle pendici del monte Sooull nella zona dal nome di Sboribver.

2ª tappa – Sboribver – Altakiosk

Si prosegue sempre seguendo le solite indicazioni, attraversando zone pianeggianti interrotte da brevi salite, per poi giungere alla panoramica discesa verso la piana di Altavata, dove sorge il rifugio Altakiosk.

3ª tappa – Altakiosk – Rifugio Botnar

Dal rifugio di Altavata si segue la pista per la piana di Emstrur, la quale richiede l’attraversamento di alcuni guadi. La conformazione del territorio cambia in relazione all’avvicinamento del ghiacciaio di Myrdalsjokull. Si giunge al rif. Botnar, situato in una zona molto panoramica.

4ª tappa – Rifugio Botnar – Porsmork

Da Botnar si scende sulla piana che porta a Porsmork, potendo così osservare da vicino i grossi canyon, con le acque che defluiscono in mare. Si attraversano boschetti di betulle nane contorte prima di arrivare a Porsmork.

5ª tappa – Porsmork – Skogafoss

Attraversato il grosso fiume di fronte a Porsmork si inizia a salire una serie di rilievi e di creste che conducono ai bordi dei ghiacciai Myrdalsjokulle Eyjafjallajokull. Dopo una serie di morene e nevai si giunge al rifugio situato a 1.100 metri, da qui si scende fino alla cascata di Skogafoss, attraversando grandi pascoli.

Di seguito alcuni degli scatti di quei giorni incredibili (cliccare sulla prima foto per scorrere la galleria).

Colonna sonora:

 

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Stage 4 – Green Carts farm to Twice Brewed

Martedì 11 agosto 2016

Stage 4 – Da Green Carts farm a Twice Brewed

Distanza (secondo la questura di Twice Brewed): 11 miglia (18 km)

Meteo: cielo coperto, tenere la kappauei a portata di mano

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Wake up!

Sono le 8:00 am, è tempo di lasciarsi andare al vento per il quarto giorno di cammino.

La tappa che sto per affrontare è la più popolare e frequentata di tutte. Il muro, che corre lungo un crescendo travolgente di balze, si rivelerà per i suoi tratti più lunghi e meglio conservati.

Di risveglio in risveglio mi sento sempre meglio; ogni notte il sonno ristoratore non so come cancella dal mio corpo i segni della massacrante tappa del giorno precedente.

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Cammino lungo il muro da neanche un km quando dalla ciclabile che si trova poco distante dal sentiero un ciclista mi saluta. E’ il tulipano conosciuto ieri sera che, parcheggiata la bici a lato della strada, corre a soccorrere la tulipana già in affanno alla prima salita con bici alla mano.

Ricambio il saluto e indirizzo loro un sonoro “ DAJE REGA’! ”.

Sembra di essere sulle montagne russe. Il vallo di Adriano, ora totalmente visibile, pare un serpente adagiato sulle colline inglesi. Nei ripidi tratti in discesa mi appoggio su di esso per evitare di scivolare. Quando si dice toccare la storia con mano…

Penso che i romani mica si sono fatti intimorire da questo continuo saliscendi. Magari qualcuno avrà pensato “mortacci vostra non potevamo costruirlo in pianura sto cazzo de muro?!?”. Forse mi rendo conto solo ora dell’entità dell’opera.

Mi immagino i legionari che depongono le armi e si tirano su le maniche; l’esercito romano infatti non era solo un’imbattibile macchina da guerra, era anche una poderosa organizzazione che portava strade, acquedotti, fortezze dove prima non c’era niente.

Un muro alto sei metri, un forte ogni km e mezzo, due torrette tra un forte e l’altro, un fossato davanti largo nove metri e profondo almeno tre. Non arretrarono di fronte a niente i romani, riuscirono a tenere la linea retta, sfidando colline, fiumi, rocce e precipizi.

Per 120 km.

In 8 anni.

Ehm scusate ma la Salerno – Reggio Calabria? Qualcuno ha notizie sulla chiusura dei lavori? Presidente scusi come dice? Il ponte sullo stretto? Mabbbaffanculova.

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Verso le 12:00 inizia a piovere ed è tempo di impermeabilizzare me e Bruttofigliodiputtana1.

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Dallo straordinario forte di Vindolanda cammino insieme a John, un anziano signore ex guida e accompagnatore di gruppi di walkers lungo il vallo di Adriano.

In un’ora e mezza a passo veloce (deve assolutamente prendere l’autobus a Twice Brewed per tornare a casa dalla moglie) mi sfodera un sacco di chicche e curiosità sul muro, una su tutte ha a che fare addirittura con Hollywood.

Dopo mille scorciatoie in mezzo alle “camperse” che John mi vuole far fare a tutti i costi non senza rischiare di fracassarci il cranio sulle rocce, raggiungiamo il luogo più simbolico e fotografato dell’Hadrian’s wall path ovvero il Sycamore Gap con relativo Sycamore tree.

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John mi racconta che proprio qui è stata girata una scena de “Robin Hood principe dei ladri” con Kevin Kostner e Morgan Freeman. – Esticazzi! – penso io prendendo ancora fiato per la corsa fatta.

 

In effetti il luogo è davvero suggestivo e ha un non so che di magico con quest’albero proprio in mezzo all’avvallamento incorniciato dal muro.

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Giusto il tempo de “ddu foto” e proseguiamo la nostra folle corsa verso Twice Brewed.

John vuole tagliare il più possibile, il passo sempre più svelto sotto la pioggia torrenziale.

Ad un certo punto scorgo a 50 metri da noi un toro enorme che ci osserva passare.

ehmm John, do we have to worry about that big bull?”

well, I think he’s more interested in eating the grass.”

I hope so John… I really hope so…”

Arriviamo alla fermata proprio in contemporanea con l’autobus che viaggia in direzione Newcastle; saluto e ringrazio il vecchio John dopodichè mi siedo a prendere fiato sulla panchina esterna della guesthouse Twice Brewed. Sotto la pioggia.

Da qui un ultimo km per raggiungere la fattoria dove trascorrerò la notte.

Come al solito ritrovo i due ragazzi di Madrid insieme ad un ragazzo belga di Antwerp e uno inglese di Manchester che sta percorrendo il cazzutissimo Pennine Way, un trekking che collega Edale (North England) fino alla costa sud dell’Inghilterra.

Dopo aver sistemato il sacco a pelo e dopo una doccia calda “asciuga ossa” ci rechiamo tutti al pub dove ci scoliamo migliaia di pinte, mangiamo carne di vacca e discutiamo dei massimi sistemi mondiali, coinvolgendo anche i nostri vicini di tavolo.

Un’ottima compagnia a cui faccio notare che sono l’unico a vivere in una Repubblica (o presunta tale). Siamo tutti concordi nel brindare alla morte di tutti i sovrani, creando un po’ di disappunto ai nostri attempati vicini di tavolo.

Rientriamo in fattoria immersi nel buio più totale facendoci luce con gli schermi dei cellulari. Nell’ombra mi sembra perfino di scorgere Robin Hood – Kevin Costner che si allontana verso il Sycamore gap.

Mejo dormire. Buonanotte e vive la revolution!

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