Martedì 14 agosto 2012
Tappa III – Da San Gimignano a Monteriggioni
Lunghezza: 24,8 km (secondo la questura), 24,5 km (secondo il nostro podometro)
Difficoltà: ●●○ (secondo Athol Whimp – ora pro nobis)
La tremenda sveglia suona alle 6:00.
Dopo i saluti e le prime imprecazioni di rito, riallestiamo i nostri zaini e ci fiondiamo in refettorio per la consueta colazione dei campioni.
Qui ci accolgono nell’ordine:
- la sorella padovana già arrivata a quota 634.000 parole pronunciate nella giornata al netto delle lodi mattutine
- l’amico napoletano che affranto ci confida che non ce la fa più e che se ne sarebbe rimasto tranquillo a San Gimignano per un paio di giorni, cercando di recuperare le forze (con una certa arroganza pensiamo: eheheh bravo! Hai visto… chi va piano…)
- le due cicliste di Pavia… ormai date per disperse, i parenti già le stavano piangendo, spuntano così all’improvviso e ci fanno tirare un sospiro di sollievo
- una coppia di Roma, Fabrizio e Maria che, partiti il giorno prima da Gambassi Terme vogliono tornare a casa a piedi.
Alle 7:00 ci guadagnamo l’ennesimo timbro sulla credenziale e usciamo fuori dal convento immergendoci in una San Gimignano quasi completamente deserta.
Sembra incredibile attraversarla nel silenzio, abituati a vederla strapiena di turisti vocianti.
Un momento davvero suggestivo che difficilmente saremmo riusciti a gustare in occasione di una visita “normale” della città. Questa è una delle ricompense della fatica fatta in questi giorni.
Usciti da San Gimignano proseguiamo per diversi km sulla strada asfaltata in direzione Colle Val d’Elsa, lasciando sulla sx il paesino di Santa Lucia.
Poi finalmente seguendo le indicazioni della guida imbocchiamo un sentiero sterrato. Davanti a noi si apre una valletta interamente coltivata a vigneti. Ben presto e con nostra immensa gioia scopriamo che il sentiero si inerpica sul versante più ripido del vigneto. Complice il sole a picco e la temperatura sahariana arriviamo in cima al versante completamente sfigurati. Siamo costretti a fermarci per prender fiato e bere dell’acqua. Da qui ammiriamo il maledetto vigneto dall’alto e più in là, distante circa una decina di km in linea d’aria, San Gimignano.
Ripresa una parvenza di sembianza umana ci rimettiamo in cammino, dapprima di nuovo su sterrato, più avanti, in avvicinamento a Colle Val d’Elsa, sulla SP68, con tanto di autotreni che sfrecciano a 10 cm dai nostri zaini.
Verso le 13 però una visione ci rinfranca: un parchetto all’ombra, con tanto di panchine e uno strano box nel mezzo davanti al quale si staglia una discreta fila di persone dotate di bottiglie e taniche vuote di varie misure.
Crediamo per un attimo si tratti di un miraggio, la classica oasi nel deserto. Invece no è reale.
Ci accamperemo qui per il pranzo e una meritata siesta.
Posiamo gli zaini e incuriositi cerchiamo di capire che cosa offre di così interessante quel baracchino nel bel mezzo del parco; un gentile signore dalla “C aspirata” ci racconta la storia di questi “fontanelli” come vengono chiamati da tutti. Sono dei distributori d’acqua d’alta qualità nati grazie ad un progetto della Regione Toscana che ha come obbiettivo quello di favorire l’utilizzo dell’acqua dell’acquedotto anche per bere. Queste “case dell’acqua” erogano gratuitamente, in aree pubbliche, acqua particolarmente gradevole dal punto di vista organolettico, poiché questi impianti filtrano e sterilizzano l’acqua con raggi ultravioletti.
Un’idea semplice e allo stesso tempo geniale… Dobbiamo fare qualcosa perchè questi fontanelli si diffondano in tutte le città d’Italia! Oltre al fatto di bere acqua pulita e buona questo sistema concorre alla riduzione della produzione di rifiuti plastici e offre ai cittadini l’opportunità di ridurre le spese dovute al consumo di acqua minerale, sensibilizzando in generale la popolazione sull’importanza della risorsa.
E se noi volessimo l’acqua gasata?!?
‘Uhn c’è probbblema! Esclama trionfante il gentile signore che abbiamo interrogato, ci mostra infatti che a fianco del pulsante ACQUA NATURALE c’è quello con scritto ACQUA FRIZZANTE che può essere spinata al costo irrisorio di 3 cent. al litro!
SUPER!
Consumiamo il nostro rancio e beviamo acqua squisita e soprattutto fredda! Cosa alla quale non eravamo più abituati!
Lasciamo la nostra oasi verso le 14:30, da nord inizia a tirare un vento gelido e il sole è coperto da nuvole minacciose… AH NO! Scusate stavo ancora sognando.
Dicevo, lasciamo la nostra oasi verso le 14:30 sotto un sole assassino proseguendo sull’asfalto fino all’attraversamento del ponte del fiume Elsa, proseguiamo su una ciclabile e poi di nuovo sterrato in salita verso Strove, un borgo medievale interamente conservato (a tratti evidentemente ristrutturato). Davvero suggestivo.
Da Strove scendiamo in direzione Abbadia Isola, piccolo borgo dove dovrebbe trovarsi l’ospitale in cui passeremo la notte. E come per magia, appena imboccata la SP 74, veniamo raggiunti da 2 ragazzi che fanno parte della Confraternita di San Jacopo di Compostela che gestisce l’ospitale. Percorriamo con loro gli ultimi tre km della tappa di oggi, ci facciamo raccontare come viene gestita la struttura e cosa vuol dire far parte di una confraternita di cammino.
Parlare e camminare insieme. Non è da tutti con questo caldo.
Finalmente verso le 16 arriviamo alla fine della tappa di oggi (Monteriggioni e poco distante da qui).
Stiamo bene.
Saliamo ai nostri alloggi e veniamo accolti dagli altri volontari della confraternita con frutta e acqua fresca… SIamo quasi imbarazzati da quante attenzioni ci vengono rivolte.
Un giorno pellegrino, un giorno ospitaliere,
pellegrini e ospitalieri per sempre
La location è veramente spettacolare, l’opitale è stato ricavato all’interno dell’antica abbazia dei Santi Salvatore e Cirino (1100 circa).
Tempo di doccia e lavaggi di vestiario, siamo stesi sulle nostre comode brande quando uno dei volontari ci avvisa che di lì a poco, prima di cena, avremmo preso parte ad una piccola cerimonia di benvenuto.
Ci guardiamo tra lo sbigottito e l’impaurito, qualcuno impreca – Ecco, lo sapevo che c’era il trucco… adesso ci faranno pregare… –
Usciamo timorosi e uno dei volontari ci fa sedere in cerchio assieme agli altri ospiti. Ci sono anche Fabrizio e Maria che avevamo conosciuto questa mattina a San Gimignano!
A questo punto fanno il loro ingresso da una porta secondaria alcuni dei volontari vestiti con una mantellina color porpora portante la conchiglia, simbolo del cammino di Santiago. Tutti i pellegrini vengono invitati a porgere un piede nudo al volontario che si china a lavarlo in una bacinella d’acqua e successivamente a baciarlo dopo aver recitato una preghiera di buon cammino per il pellegrino.
Che momento!
Noi pellegrini blasfemi sulla Francigena non possiamo che sentirci indegni di tanta commovente premura nei nostri confronti!
Finita la cerimonia ci sediamo a tavola, ancora un pò sotto shock, con i volontari e gli altri ospiti presenti. La serata scorre via piacevolmente tra presentazioni e racconti di episodi legati al camminare in Italia e in Europa.
L’ultimo colpo di scena arriva verso le 21:30: un gruppo di scout si è perso nella zona di Monteriggioni, verrà recuperato e sistemato alla carlona tra le varie camerate dell’ospitale.
Verso le 22 salutiamo e ringraziamo tutti i volontari, e dopo una rapida lavata di denti sveniamo nei nostri giacigli.
Domani Siena ci avrà nel giorno della vigilia del Palio.
Davvero emozionante questa puntata! Quante buone cose ci sono in giro per la nostra Italia, cose che ti fanno star bene e sperare bene per il futuro, dai fontanelli agli ospitalieri. Una poesia!