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Da Gambassi Terme a San Gimignano

Lunedì 13 agosto 2012

Tappa II – Da Gambassi Terme a San Gimignano

Lunghezza: 13,5 km (secondo la questura), 23,3 km (secondo il nostro podometro)

Difficoltà: ●○○ (secondo Валерий Бабанов)

Sveglia (si fa per dire) ore 8:00. Dormito poco. Caldo infame e zanzare.

Oggi si va a San Gimignano, ci siamo già stati tutti, ma nessuno di noi ci è mai arrivato a piedi! Aguzziamo l’ingegno e con importanti infrastrutture di cerotti antivesciche, doppi calzini e asciugamani, riusciamo a riparare le parti del corpo che più hanno risentito della prima tappa. Un ultimo passaggio e saluto ai gestori dell’ostello che ci timbrano la nostra credenziale; Gambassi Terme è stata conquistata!

Veniamo a sapere che il tizio di Napoli è partito alle 5:30, mentre le signore di Pavia hanno inforcato le bici verso le 8:30… Uhmmmm mi sa che forse dovremmo cambiare strategia di partenza non intelligente…

Ci mettiamo in marcia verso le 9:00. Il primo km è sull’asfalto e in salita verso la parte alta di Gambassi; lì troviamo una pasticceria / gastronomia dove ci sbafiamo un’ottima colazione e mettiamo in saccoccia del cibo per il pranzo. Prima di partire abbiamo caricato gli zaini di circa 4 litri d’acqua a testa.

John CiubeLa giornata è splendida, in cielo neanche una nuvola e fa già parecchio caldo.

Dopo i momenti di sconforto, drammatici, di ieri sera siamo partiti piuttosto carichi, rinfrancati dal fatto che la tappa di oggi dovrebbe essere molto più corta della precedente e comunque l’arrivo a San Gimignano ci ricorda una delle nostre prime gite da neopatentati – Pasqua 2001 – odissea nel chiantishire.

PieS. Maria Assunta a Chianni

Via FrancigenaDopo qualche chilometro la strada asfaltata diventa sterrato. Attraversiamo tratturi esposti al sole e zone più boschive. Non troviamo anima viva. A volte ci capita di passare a fianco a tenute agrituristiche pazzesche, mimetizzate tra qualche albero o borgo abbandonato. Dalle grate dei cancelli ammiriamo con una certa bava alla bocca vacanzieri spaparanzati al sole o che si tuffano in enormi piscine di acqua fresca.

La voglia sarebbe quella di immergersi così come siamo con lo zaino sulle spalle e le scarpe.

Parliamo di come sarebbe bello gestire una struttura di questo tipo, con tanto di orto e animali e provvedere noi stessi al sostentamento alimentare, produrre il vino, accogliere turisti insomma, sarà stato il sole che ci picchiava in testa, ma una riga con scritto “agriturismo” l’abbiamo aggiunta nel lungo foglio delle “cose da fare”.

Tratturi Tratturi

Il nostro agriturismo

Lungo il tragitto passiamo per Collemuccioli, un antico borgo fortificato con una torre e poche case in pietra, nel quale si avverte un’atmosfera quasi incantata… La Via Francigena passa addirittura sotto una di queste case.

Collemuccioli Collemuccioli CollemuccioliQuando il podometro segna già 14 km (ovvero già più di quanto segnala la guida per l’intera tappa di oggi) decidiamo che è ora di fare pausa pranzo. Troviamo una radura nella penombra dove stendiamo i materassini, mangiamo, mettiamo i vestiti ad asciugare e ci spariamo una siesta galattica di un’ora. Le parti infiammate ci fanno vedere le stelle.

Streccing 1 Streccing 2 Streccing 3Preghiere verso la MeccaSi riparteVerso le 14:00 decidiamo che è il momento di rimetterci in marcia. Fa un caldo assassino e l’acqua inizia a scarseggiare. Ma dai che comunque dovremmo essere arrivati!

Usciamo dalla radura imboccando un sentierino ed iniziamo a sentire in lontananza il rumore del traffico. Ci siamo! Dev’essere l’ultimo tratto su strada asfaltata che porta a San Gimignano! Si lo è infatti, ma sarà per lo più in salita e lungo quasi dieci chilometri!

San Gimignano ancora troppo distante!Camminiamo in una bolla di caldo umido sopra l’asfalto cocente. Non abbiamo più acqua. Vediamo le mitiche torri di San Gimignano in lontananza… troppa lontananza! No se riva pì!

Ci salva dalla disidratazione un market sbucato nella prima periferia della città. Chiare fresche e dolci acque!

Facciamo il nostro ingresso a San Gimignano dalla porta San Matteo (ora pro nobis) adorando tutti gli angeli e i santi del paradiso.

CI troviamo di fronte orde di turisti per lo più stranieri belli, puliti e profumati con tanto di cono gelato da 7euroe50 in bocca.

Dobbiamo raggiungere il monastero di San Girolamo, dove ci accamperemo per la notte.

Per fortuna è poco distante da dove siamo entrati, suoniamo al citofono e ci apre una suora di Padova la quale, vedendo sui nostri documenti la provenienza veneta, ci investe con un mare di discorsi e racconti della sua giovinezza. Noi stiamo ancora colando e la imploriamo di portarci alla nostra camera dove finalmente potremo posare gli zaini e farci una doccia.

Semo rivà!Totale chilometri percorsi: 23.3

Siamo esausti. C’è chi stramazza al suolo, chi tace, chi dopo essersi spogliato si distende sul pavimento con l’intento di fare abbassare la temperatura corporea.

Paolo freezingParte anche stasera il processo all’organismo: si esaminano i punti già sottoposti a cure e se ne scoprono di nuovi bisognosi delle stesse attenzioni, sempre ugualmente dolorosi: pianta del piede, schiena, zona spalle / collo, ustioni in varie posizioni.

Ustioni JohnImpalcatura antivescicaleCi riassestiamo e dopo un pò di riposo usciamo a mescolarci con i turisti normali per riammirare San Gimignano e per bere un pò di chianti.

Torri Torri Stanchezza Fame Cane Per la cena cerchiamo la mitica “Bettola del grillo” dove cenammo circa un decennio fa e dobbiamo ammettere che non rimaniamo delusi ne’ per la quantità, ne’ per la qualità dei cibi: divoriamo nell’ordine:

  • antipasto di bruschette miste
  • ribollita
  • pici al ragù
  • diversi tipi di carne accompagnata con diversi tipi di contorni
  • un litro e mezzo di chianti “della casa”
  • caffè + amari

Praticamente torniamo al monastero rotolando.

Domani si va a Monteriggioni e abbiamo deciso di svegliarci molto presto (o almeno di provarci) per evitare le ore più calde del giorno.

Sogni d’oro.

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SULLA VIA FRANCIGENA

Giorno 0 – sabato 11 agosto 2012

Vicenza – ore 9:30

E’ il momento di chiudere lo zaino. Ed e’ sempre un gran bel momento… Si parte per un altro viaggio!

Per una serie di circostanze favorevoli si e’ ricreato il gruppo che 12 anni fa si era recato alla biglietteria della stazione FS di Vicenza a chiedere: “Salve, è qui che si comprano i biglietti per l’interrail?!?”

Oggi come allora ripartiamo insieme con tanto entusiasmo e pochi denari a disposizione.

Questa volta percorreremo a piedi il tratto toscano della via Francigena tra San Miniato alto e Radicofani, 7 tappe in tutto con una media di circa 25 km al giorno. “Ma xee ferie queste? Co sto caldo? Secondo mi ve voltè via…” ci han detto tanti… Beh secondo noi si! Andare a piedi e guadagnarsi l’arrivo giorno per giorno fa parte di una filosofia di vacanza “slow” lontana da quelli che sono i ritmi furiosi che durante l’anno siamo costretti a sostenere.

Per fortuna il nostro paese, pur tra mille difetti, è un territorio ricco di luoghi di interesse e perciò è abbastanza facile creare un itinerario che permetta di raggiungerli e sposare attrattive di tipo cultural – storico – culinario – erotico – eno – gastronomico… e chi più ne ha più ne metta!

La Via Francigena che da Canterbury porta a Roma è un itinerario della storia, una via maestra percorsa in epoca medievale da migliaia di pellegrini, in posizione centrale nel traffico delle tre peregrinationes maiores: Roma, Santiago de Compostela e Gerusalemme.

Il pellegrino medievale portava con se le insegne del pellegrinaggio (la conchiglia per Santiago de Compostela, la croce per Gerusalemme, la chiave per San Pietro a Roma); per quel che riguarda noi tre pellegrini blasfemi e ignoranti abbiamo deciso di portare con noi uno zaino con lo stretto indispensabile, una valanga di garze e cerotti di varie misure per le vesciche, scarpe da trekking, un ukulele, la guida alla via Francigena della Monica D’Atti (che a breve verrà ribattezzata “D’atti Foho”) e una insufficiente, drammatica preparazione atletica.

Partiamo quindi in macchina da Vicenza con destinazione San Miniato alto (PI) da dove, domani, partiremo a piedi per la nostra prima tappa e dove lasceremo l’auto che riprenderemo dopo la nostra settimana francigena.

Il viaggio scorre veloce tra mille discorsi e qualche pezzo anni ’90. Arrivati ad Empoli ci accorgiamo che è ora di pranzo perciò ci vediamo costretti all’assumere una succulenta dose di proteine tramite sua maestà “La Fiorentina” in un ristorantino alla buona della zona. Squisita.

Satolli saliamo a San Miniato alto, abbandoniamo l’auto in un parcheggio e la tentazione di lasciare sul parabrezza un cartello con scritto: “sabato 11 agosto 2012 – se tra 8 giorni potete leggere questo cartello fate partire i soccorsi!” è molto molto forte… non lo facciamo. Siamo abbandonati a noi stessi.

Zaini in spalla ci dirigiamo verso l’ufficio turistico di San Miniato, dove potremo ritirare la nostra “Credenziale”, il documento di viaggio che accompagna sempre il pellegrino. Serve ad attestare la sua identità, la suacondizione e le sue intenzioni; serve a distinguere un vero pellegrinoda ogni altro viaggiatore. Essa vienerilasciata a coloro che la richiedono e che si impegnano ad accettarne il senso e lo spirito, a coloro che percorrono le vie di pellegrinaggio a piedi, in bicicletta o a cavallo.

Beh diciamo che nel nostro caso le autorità religiose hanno chiuso un occhio e ci han dato una pacca sulla spalla!

Credenziale alla mano ci dirigiamo verso il Convento di San Francesco dove trascorreremo la notte.

Nessuno di noi sa bene cosa aspettarsi… ci faranno pregare? Saremo costretti a cenare con i monaci in silenzio? Dovremo indossare il cilicio?!? Quando varcheremo la soglia ci crollerà addosso il soffitto?!?

Niente di tutto ciò! Ci accoglie un frate “in borghese” che ci mostra la nostra camera (con bagno privato, molto spaziosa e pulita… super lusso!), ci consegna le chiavi del portone principale e ci dice che possiamo rientrare quando vogliamo.

Ma come?!? E le preghiere? Il cilicio? Niente! OK! Ci vediamo domani alle 7:30 per la colazione… “…vedrai che lì ci faranno pregare…”

Posiamo gli zaini e usciamo di nuovo, missione spesa paniniperdomani alla COOP di San Miniato basso e poi esplorazione della rocca di Federico II di Svevia dalla quale ammiriamo tutta la Valdarno e le colline di Volterra.

Il prato sotto la rocca ispira serenità e relax, fa il suo esordio anche l’ukulele.

Ma è ormai tempo di aperitivo e cena… scendiamo nella piazzetta e ci scoliamo qualche Moretti così, per farci venire l’appetito… perchè ne avevamo proprio bisogno di un po’ di appetito…

Stiamo bene, l’atmosfera è rilassata… nessuno immagina cosa ci aspetterà domani, e che tutte le Moretti sgollate le ripagheremo con gli interessi.

Per la cena addirittura troviamo una festa in cui si cucinano piatti succulenti… anca massa!

Parte addirittura un concertino… la Toscana ci ama!

Dopo una crepe al cioccolato decidiamo che è ora di levare le tende, ma solo dopo un ultimo giro di amari… giusto per non farci mancare nulla.

Lentamente torniamo sui nostri passi verso il convento di San Francesco in cui giaceremo per la notte.

Appuntamento ore 7:30 per colazione e magari LODI MATTUTINE?

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